Il pentagramma educativo (in breve)

 

Una mappa possibile, per un’idea di educazione come percorso verso “conoscenza e amore”.

Di Andrea Ciantar

Premessa: si impara da tutto…

L’educazione e la vita si può dire che siano la stessa cosa. Il fatto di vivere ci pone necessariamente di fronte al bisogno di imparare, capire, cambiare… La vita è un processo educativo, che lo vogliamo o no.

Abbiamo imparato a scuola ovviamente, ma anche (e ancor di più forse) nell’ambiente in cui siamo nati e cresciuti, e poi nel lavoro, nel tempo libero, nei viaggi e negli incontri. Abbiamo imparato aderendo alle regole che ci venivano proposte o trasgredendo ad esse, fino a creare strade nuove. Abbiamo appreso, magari senza saperlo, tra le righe dei libri che ci hanno appassionato, le immagini dei film o nella musica che ha accompagnato le nostre ore e giornate. E soprattutto abbiamo imparato dalle esperienze fondamentali, dal dolore e dall’amore, e quasi sempre in maniera inattesa.

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Il fine ultimo dell’educazione: conoscenza e amore

Ognuno di noi, nel proprio nel  percorso di vita, è a suo modo un ricercatore, che usa tutte le risorse e gli strumenti disponibili per capire se stesso e il mondo, per cercare un senso, e in fin dei conti per essere felice.

Credo che il fine ultimo dell’educazione ci riporti verso questa fondamentale aspirazione. E ciò accade sia quando stiamo imparando abilità che ci serviranno nell’ambito professionale, che nella vita in genere, inclusa la nostra vita interiore e relazionale. Propongo di considerare l’educazione come uno strumento a supporto del nostro percorso, individuale e collettivo, verso “conoscenza e amore“.

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Il pentagramma educativo

La mappa del “Pentagramma educativo”, come tutte le mappe, nasce per offrire informazioni al viaggiatore. Il territorio è quello della vita, vista come viaggio di scoperta e di apprendimento. I cinque elementi della mappa sono come percorsi che suggeriscono:

  • cosa cercare, luoghi consigliati dove andare…

  • cosa guardare, cosa osservare…

  • cosa portare con se, strumenti utili da mettere in valigia…

Nella consapevolezza che ogni viaggio è unico e magico, nella sua imprevedibilità…

 

1- Coltivare la consapevolezza

La base di tutto è conoscere se stessi, il nostro “funzionamento” di esseri umani. Come scriveva S. Agostino, “L’uomo si meraviglia delle montagne, delle onde potenti del mare e degli eterni circuiti delle stelle, ma non ci meravigliamo di noi stessi, ci ignoriamo.”

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L’osservare se stessi, osservare la vita dentro e fuori di noi, come in quel particolare modo che accade quando meditiamo, o quando la bellezza di un paesaggio ci sottrae per un attimo al nostro costante rimuginio di pensieri, preoccupazioni, fantasie, è una modalità di conoscere se stessi e il mondo indispensabile.

Imparare a disconnetterci dai nostri “loop mentali” vuol dire recuperare una visione più chiara e adeguata di noi stessi e della realtà; è un qualcosa che ci aiuta a riconnetterci con quanto è davvero importante ed essenziale, a sperimentare il semplice gioire dell’esserci, del sentire la vita.

L’esperienza della consapevolezza di sé, della “presenza mentale”; è parte del nostro bagaglio di strumenti di conoscenza, in quanto esseri umani. Ma è una capacità che – sebbene a volte spontanea – necessita di essere allenata, come tutte le abilità. Coltivare la consapevolezza di sé è uno degli elementi fondamentali per una educazione come conoscenza-amore.

 

10 secondi di meditazione

Sediamoci comodamente, con la schiena eretta ma rilassata. Il trucco per avere una postura corretta è sedersi col bacino il più possibile rivolto verso l’esterno,  anche usando un cuscino in modo che le ginocchia siano più basse del bacino.

postura (1)Possiamo sedere a gambe incrociate, o su una sedia,  poggiando le piante dei piedi a terra. Stiracchamo le braccia in alto, muoviamo il collo, come per sganchirci, e poi con un profondo sospiro rilassiamo le braccia in grembo, e chiudiamo gli occhi…

Portiamo leggermente il mento verso la gola, e immaginiamo come un filo invisibile che ci attira verso l’alto dalla sommità del capo. In questo modo avremo la colonna ben distesa ma la schiena e le spalle saranno rilassate, in modo che il respiro possa fluire liberamente.

Poggiamo le mani in grembo, con la sinistra che poggia sulla destra, e le punte dei pollici a contatto, ma senza premere, quasi semplicemnete sfiorandosi.

mudraAd occhi chiusi osserviamo il nostro respiro. Questo può voler dire osservare il movimento del respiro nel corpo… o può voler dire osservare il passaggio dell’aria attraverso le narici…

Contiamo mentalmente dieci respiri… (potremo mantenere anche più a lungo l’osservazione, se ne abbiamo piacere…). Alla fine con un profondo sospiro ci ripriamo all’esterno….

 

2 – Decostruire i condizionamenti negativi

La nostra mente e il nostro spazio sociale sono offuscati da una massa di prescrizioni e condizionamenti che creano come una fitta nebbia che ci impedisce di vedere chiaramente, e in cui ci perdiamo: “un vero uomo, o una vera donna devono…”; “per essere una persona di successo devi….”; “il mondo funziona in questo o quest’altro modo….”…. Questi condizionamenti sono impliciti e molto profondi, legati spesso ai primi apprendimenti di vita, e per questo “sembrano” assolutamente veri.

Osserviamoci mentre inseguiamo affannosamente una meta, un desiderio, con l’idea che da esso dipenda la nostra felicità… Siamo sicuri che sia proprio così? Che vuoti stiamo cercando di colmare? Ciò che inseguiamo emerge dai nostri valori e aspirazioni fondamentali, o è una scenografia di cartone di un film? Ciò che ci muove e orienta il nostro agre giorno dopo giorno, viene da noi in maniera autentica, o è un condizionamento?

Proviamo poi ad ampliare lo sguardo… Quella che ci viene proposta come unica versione della realtà è vera? È vero che non c’è alternativa alla fame che uccide ogni anno milioni di persone? Alla distruzione de pianeta? All’oppressione? Oggi, nell’era della circolazione di informazioni, sappiamo che non è così, e l’unico motivo per cui tutti “ci beviamo” le versioni che ci vengono fornite, è che siamo distratti, presi nel turbinio …

Come diceva Tyler Durden il personaggio immaginario del film “Figth Club”: “La pubblicità ha spinto questa gente ad affannarsi per automobili e vestiti …. Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno.”

imagesL’educazione dovrebbe avere – tra i suoi scopi fondamentali – quello di aiutarci a de-costruire i condizionamenti cui siamo soggetti il più delle volte inconsapevolmente, a livello interiore, come a livello sociale. Ciò può essere realizzato in ogni contesto, qualsiasi sia l’oggetto del nostro apprendimento. La conoscenza può aiutarci a procedere verso la libertà, anche se fosse solo libertà di pensiero.

 

 

Esercitazione autobiografica

Prendi un foglio, e prova a fare un elenco, descrivendo con poche frasi queste tipologie di esperienze:

  • quando abbiamo agito non in base ad una motivazione autentica,ma rispondendo a pressioni del nostro ambiente (lavorativo, familiare, sociale in genere)….
  • quando ci siamo opposti a qualcosa, quando un “NO”, detto o pensato, è stato l’inizio di un cambiamento, o di una presa di coscienza…

Prova poi a scegliere a di queste esperienze in cui hai affermato un idea o un modo di essere o di fare differente da quello che ti veniva proposto (implicitamente o esplicitamente) dal tuo ambiente, e prova a esplorare questa esperienza attraverso la scrittura…

  • Come inizia la storia? Qual’era la situazione?
  • Quali erano le richieste dell’ambiente o degli altri rivolte a te?
  • Quali erano i tuoi vissuti e i tuoi pensieri?
  • Cosa è accaduto poi? Cosa hai deciso di fare?
  • Cosa è accaduto, poi, dentro e fuori di te? Cosa hai imparato da questa esperienza?


 3 – Far emergere capacità, aspirazioni, valori, progetti di vita

plant-931932_640Fare chiarezza sui condizionamenti ci aiuta di fronte ad alcune domande importanti: “quali sono le mie aspirazioni più profonde? Quali le mie attitudini e capacità? Cosa farei se potessi decidere al 100% del mio futuro senza condizionamenti? Qual è il mio scopo fondamentale nella vita?”… è sorprendente il poco tempo che – di solito – dedichiamo a queste domande, di fronte al tempo e alle energie spese per cose ben più futili. Ecco perché abbiamo bisogno di una educazione che  coltivi la coscienza di sé, delle proprie caratteristiche e potenzialità, di ciò che ci rende davvero felici, di ciò che ci corrisponde, dei nostri valori e aspirazioni più autentici e fondamentali. Ripercorrendo le nostre vicende di vita troveremo elementi che ci aiutano a rispondere a queste domande. Esperienze in cui sono emerse capacità che non sapevamo di avere, momenti in cui abbiamo fatto scelte che rispecchiamo nostri valori più profondi, in cui abbiamo intravisto direzioni che vorremmo intraprendere…

 

Esercitazione autobiografica

Prova a ricordare uno o più eventi della tua vita che sono stati fondamentali perché:

  • hai imparato qualcosa di fondamentale che ti è stato utile nella vita…
  • È un evento che ti ha portato a scoprire alcune tue attitudini o capacità fondamentali, o ti ha fornito indizi su una vocazione professionale…

Altre domande per te:

  • Quali sono le qualità che ti sembra di portare nel tuo lavoro e nella tua vita in genere?
  • In cosa ti senti capace?
  • Cosa ti fa sentire te stesso?
  • Cosa faresti se potessi decidere al 100% rispetto al tuo lavoro o ala tua formazione?

 

4 – Riappropriarsi della capacità di creare e agire

Leonardo_da_Vinci_helicopter_and_lifting_wingIl quarto elemento del pentagramma educativo corrisponde all’esperienza della creatività. Esplorare i campi infiniti e i contesti in cui possiamo esercitare il piacere della nostra creatività è uno degli aspetti fondamentali dell’educazione. Gioire della propria creatività è una possibilità che appartiene a tutti. La storia dell’umanità è intrecciata a questa possibilità del “saper fare”. Esseri umani hanno speso vite intere a trovare soluzioni a questo o quel problema, e pian piano queste conoscenze si sono accumulate, inanellate, creando meraviglie tecniche e di conoscenza impensabili… Anche il creare relazioni umane pacifiche e gioiose, affrontare i conflitti interculturali, i conflitti tra sessi, creare pace e risolvere le gravi ingiustizie economiche che affliggono il pianeta, richiede creatività, capacità di agire e di fare, per il bene proprio e di altri…

 

Esercitazione autobiografica

Prova a fare un elenco di esperienze, momenti, occasioni della tua vita nei quali sono emersi aspetti della tua creatività… Prova ad elencare da 5 a 10 di questi momenti.

Selezionane poi uno, e prova ad esplorarlo attraverso la scrittura:

  • Racconta cosa è accaduto…
  • Che aspetti della tua creatività sono emersi in quella occasione?
  • In che modo questo apprendimento può essere importante per la tua vita in generale? Ad esempio, in quali altri contesti vorresti portare la stessa creatività?

Altre domande per te:

  • Quali sono le qualità creative che ti sembra di portare nel tuo lavoro e nella tua vita in genere?
  • Quali attività o attitudini creative ti piacerebbe ulteriormente coltivare ed esplorare?

 

5 – Un’educazione per la coesistenza

Un’educazione che procede verso al conoscenza e l’amore porta, in maniera naturale, verso una cura non solo di se stessi, ma anche del mondo. Comprendere a fondo i fenomeni della nostra mente, è la premessa per la comprensione verso l’altro. Comprendere a fondo i fenomeni storico, economici e politici che sono alla base delle ingiustizie, è la premessa che ci porta all’impegno, a “prendere la parola” e contribuire ad un cambiamento.  Parliamo di  un’educazione all’utopia, che oggi sembra relegata agli ingenui e ai sognatori, ma che invece rimanda ad una “funzione” umana insostituibile, quella di immaginare e procedere verso altri mondi possibili.

 

Esercitazione autobiografica

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Prova a ricordare esperienze di impegno o azione sociale, da te vissute direttamente o a te note, che hanno dato vita ad un cambiamento….

Prova ad elencare da 5 a 10 di queste esperienze.

Poi selezionane una, e raccontala: come iniziò questa storia? cosa accadde? quale la fine, l’esito?

Continua poi ad esplorarla attraverso la scrittura:

  • cosa ti ha insegnato questa esperienza?
  • In che modo è importante non solo per te, ma anche per altri?
  • Qual è la tua utopia?

 

 

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Foto di Antonio Tiso e Ilenia Piccioni. Realizzata a Dakar, Forum
Sociale Mondiale 2011, durante il workshop di scrittura: Qual è la tua utopia?

 

 

Come applicare questi principi nella concretezza?

Per la tua formazione personale, concediti il gusto di esplorare i cinque aspetti, cosa che può essere realizzata sia da soli, come autoformazione, o con altri, attraverso opportunità formative diverse.

 Se sei un insegnante, puoi partire da questi spunti per chiederti: qual è la mia intenzionalità educativa? Cosa propongo davvero quando insegno?

Sappi anche che puoi inserire questi 5 elementi nelle tue lezioni, qualsiasi cosa tu insegni. Ogni momento educativo, infatti, a prescindere dal suo contenuto, può includere:

– un momento dedicato all’ascolto di se stessi;

– un attenzione al sapere critico, alla decostruzione di visioni e prospettive implicite;

– un attenzione verso l’emersione delle capacità, attitudini personali, o per far emergere il rapporto personale che l’allievo ha con la conoscenza e il sapere che stiamo insegnando;

– spazi per coltivare la creatività, in relazione a contenuti che stiamo trattando;

– spazi per riflettere sul senso dei saperi in relazione al mondo e al cambiamento sociale che noi vorremo.

 

Come nasce la mappa del “Pentagramma educativo”

Durante la vita ho attraversato, come molti altri, svariate esperienze di formazione, e sperimentato tanti diversi metodi educativi: metodologie legate al corpo, come lo yoga, le arti marziali, metodologie legate alla comunicazione, alla narrazione di sé, alle arti terapie, ecc.

Ogni cosa è stata utile.

Il “Pentagramma educativo” è una mappa in cui ho provato a sintetizzare le esperienze fatte nel mio percorso, per il piacere di condividerle con altri, e per provare a dare il mio personale contributo a due domande:

  • Qual è il fine dell’educazione?

  • Cosa è davvero importante nel processo educativo?

 

Andrea Ciantar

Sociologo, esperto in metodologie autobiografiche, con formazione presso Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Mentore in percorsi di autostima e motivazione, con formazione presso Kairos Foundation (UK). Trainer in Digital Storytelling. Esperto in progettazione a livello nazionale ed europeo (programma Erasmus Plus, Europe for Citizen, e  altri). Fa parte del gruppo di ambasciatori italiani di Epale, il portale dell’Unione europea per l’educazione degli adulti.

 

andrea.ciantar@gmail.com

blog: https://andreaciantar.com/

 

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